Lo senti come un vento leggero.
T’insegue nei tuoi anni segnati,
nelle tue sere nude, ascolti i suo silenzio,
Lui si fa sentire nel tuo corpo,
come a voler bussare, prima di entrare nella tua mente.
Come se fosse tuo padre, “Padre tempo ”
Ti prende per mano, come si fa con un bambino,
t’invita a camminare, riportandoti indietro con sé,
su quelle stradine, su quei sentieri un tempo i tuoi.
E ti rivede nuovamente sorridere,
esplorando quel campo di grano
in quella grande distesa d’oro tracciata da un sentiero;
intravedo la tua testa, tra quelle spighe dorate,
con la tua voce che intona un dolce cantare.
Il sole allegro di giugno, t’insegue
ed invita il vento, ad ondeggiar nel campo di grano,
come d’incanto pare un mare di fantasia
per far urlare più forte, più forte la tua allegria.
La fontana sotto l’albero delle noci, è contenta di rivederti li
e ti disseta le labbra asciugandoti il sudore come per magia.
Nel frattempo non t’accorgi d’esserti addormentato,
come un bambino cullato da tuo Padre tempo,
che mai ti nega tutti i tuoi vissuti ricordi
che Lui ha lasciato nel tuo cuore, come un padre attento.
Umberto Coro
Cuorgnè, 29\03\09.
(dedicata alla mia città natia Ozieri)
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