Le opere contenute in questo blog, scritte da Umberto Coro, sono tutelate da diritti d'autore

Narrativa

LA QUERCIA , LE SUE FIABE E LE SUE  REALTA' "
"Anteprima"
Disegno copertina di Luca Milia                                                                                                 Disegno copertina Anna Maria Montalto  e Eva Manzi

"Introduzione"
Quanto sto per narrarvi è frutto di pura fantasia, se consideriamo che una quercia a raccontare.
quello che narra però, è verosimile e ambientato in Sardegna...

Prefazione del regista Mauro Stante
Chiesi ad Umberto, dopo aver terminato il suo romanzo
“ La quercia e i bambini di tutti”: “ Hai mai letto  William B. Yeats?”.
Mi rispose di no .
Eppure questa storia “sarda” con alberi parlanti, gnomi, folletti, spiriti buoni e segreti, mi rimandava a quelle “fiabe Irlandesi” che lessi tempo fa.   Perché?
Chissà, forse è vero che tutti gli isolani si assomigliano: il loro rapporto con la terra brulla, arida, dura e col mare che sempre ha portato il colonizzatore di turno.
Questa “ apartheid geografica” li tempra, li rende “ squisitamente diversi” .
Ma sempre fieri e mai domi .
Ecco, allora, che come Yeats, Umberto  Coro racconta la “sua isola” e traduce in immagini visionarie una cultura poliedrica, nutrita dai miti della sua terra e da una tradizione simbolista ed uno spiritualismo razionalista .
E così la Sardegna diventa punto di partenza e il suo racconto ne travalica i confini per diventare, non solo una storia “sarda”, ma una storia “per tutti”.
Una storia dove ognuno può ritrovare un pezzo della “propria” storia: la “propria quercia”,
le “ proprie radici”.
Dalla prima pagina ho “sentito”  di leggere un romanzo di grande respiro e universalità. E questa, credo, sia la caratteristica dei grandi narratori.
Buona lettura
Mauro Stante  Attore, regista e insegnante di recitazione.
"Una favola per tutti" che potete richiedere in libreria "Casa Ed. Luigi Pellegrini editore"
per informazioni ind. mail umbertocoro@yahoo.it
Ho scelto il nome dei miei figli, Monica, Debora, Eleonora, nella parte delle tre sorelline e il loro fratello Daniele: i quattro bambini protagonisti “ a mio parere” di questa semplice e coinvolgente storia fantastica, ambientata in Sardegna tra gli anni 1945/1951. Le tre sorelline e un bambino, dopo essere stati trasportai dal Maestrale, dal nord Italia ad un'isola "La Sardegna" Si trovano davanti ad una Quercia parlante e tre folletti : Antonieto, Sbavo e Azzurra. La saggia quercia, dopo aver dato loro il benvenuto nel mondo della favola, invita Daniele ad avvicinarsi sul lago specchio insieme ad Azzurra. Una volta addentratosi su questo, grazie alla magia di Azzurra... si ritroverà in una storia inverosimile... ...1945 La seconda guerra mondiale era appena finita... ... La quercia racconta  "Siediti bambino mio,questo grosso tronco ti riparerà dal Maestrale, questi miei grossi rami insieme alle foglie ti copriranno,come se fossero una coperta, e ti proteggeranno come una casa,quella che, in un certo senso, ti è stata negata. Non aver paura del temporale, con me sarai al sicuro, sarò protettiva come lo sono stata con altri meravigliosi bambini: Set e le sue 4 stelle, Nono e tanti altri ancora. In questo lembo di terra, dove la realtà si confonde con la fantasia, troverai tanti amici che ti vorranno bene.  Ti chiameranno per un po' di tempo "il bambino di tutti" , ma qui troverai anche chi tenterà di deviare il tuo giusto cammino.  Nonostante gli ostacoli, imparerai a conoscere la vita e ciò sarà motivo della tua gioia di essere al mondo, di esistere.  Ora ascoltami: " In quel tempo la pace era appena rifiorita, due pastori, marito e moglie, vivevano in aperta campagna, in una casetta composta di due stanze con accanto un ovile con 99 pecore.. "   Una voce la interruppe: " Scusa ma non erano 100?" Eccolo li il maestro! Lo so che erano 100, ma una, per il momento, non è stata considerata. Piuttosto, cara Testapelata, continua a scrivere se vuoi che vada avanti con il racconto e non interrompere più!"...Dicevo...ah si, 99 pecore più 1. Quest'ultima la chiameremo Nerina, per le picole 7 macchie nere che portava sul muso. Camminava zoppicando per una ferita causata da un filo spinato arrugginito e il suo padrone ultimamente non si curava più di lei, sia per la sua età, che per il poco latte che gli dava. Ripeteva convinto questo discorso dentro di sé da un bel po' di tempo e, così, una tarda sera rientrando a casa   raccontò alla moglie: “Oggi Nerina mi ha fatto ritardare più del solito, forse è giunta l’ora di portarla al macello! Cosa ne pensi visto che dà poco latte e che durante la giornata ha le mammelle gonfie, ma a sera quando rientriamo a casa mi accorgo che si presentano vuote?” “Ma cosa dici? Sarà una tua impressione! Aspetta ancora un po’ prima di portarla al macello, può darsi che si riprenda e, oltre al latte in abbondanza, magari ci darà anche qualche agnellino” disse la moglie. A questo punto egli diede retta alla moglie, pur non essendone del
tutto convinto. Qualche giorno dopo, al pascolo, notò Nerina che si allontanava indisturbata dal gregge e, superato un muro a secco ormai in rovina, si recava dall’altra parte del recinto, dove, nascosto sotto un cespuglio di arbusti selvatici, c’era ad aspettarla un cagnolino che poteva avere un mese di vita. Non poteva credere allo spettacolo che si svolgeva sotto i suoi occhi: Nerina che allattava un cucciolo di cane!... Incredibile!! Le mie braccia, scusate, i miei rami, mi cascarono giù! La solita voce di Testapelata: “Non ti ho mai vista nuda, grande Quercia! Vorrei proprio vedere quanto saresti attraente.” “Ma smettila di dire fesserie, è solo un modo di dire! Il lupo perde il pelo ma
non il vizio d’interrompere. Continua a scrivere, Testapelata di un Set, e scrivi bene! Sai, Testapelata, sono convinta che tu abbia bisogno di liberare la tua mente e di farci conoscere quella parte di bambino che è nascosta in te e non tarderà a venir fuori. Deve evadere, non può restare sempre rinchiusa in quella prigione!” Allora dicevo…ah! Era incantevole vedere tanta dolcezza in una pecora e tanta tenerezza in un cagnolino che poppava il latte.  Un altro giorno, il pastore si accorse dell’assenza di Nerina e si mise sulle sue tracce. Si accorse che il muro a secco del recinto era in parte caduto giù e vide Nerina che si addentrava in un’altra proprietà. La seguì e la vide, per la seconda volta, che andava ad allattare il cucciolo. Fu un attimo…poggiò il piede su un ordigno inesploso e fu la fine per lui e il suo cane pastore. Nerina fu colpita alla testa, mentre il cucciolo si salvò. La pecora si alzò sofferente e annusò il cagnolino come se volesse dirgli: “Stai nascosto sotto questo cespuglio e non muoverti. Aspetta qui che tornerò.” Nerina tornò verso il gregge, si mise in testa alla fila e s’incamminò verso casa. Intanto la moglie del pastore, preparata la modesta cena, era preoccupata e impaziente per il ritardo del marito, quando comparve Nerina, sporca di sangue, con il gregge al seguito. Allarmata, s’incamminò di corsa verso il campo e, arrivata al pascolo, cadde in ginocchio davanti alla scena raccapricciante e urlò al cielo: “Dio, Dio mio , perché mi hai fatto questo? La guerra non è ancora finita, cosa farò adesso da sola?” cosa farò adesso da sola?”. Quella povera donna era sola e disperata, non aveva più neanche i vicini di recinto, perché anche loro erano stati presi dai tedeschi e uccisi durante quella maledetta guerra. Intanto, sul laghetto poco distante da me, la piccola fata Azzurra mi stava ascoltando: “Che sorpresa! Dopo un così lungo periodo di letargo, riemergi dal lago…che te ne pare di tutto ciò?” “Prima di tutto, bentornata mia cara Azzurra!
Inizio a capire che, pian piano, riemerge tutto ciò che noi abbiamo lasciato tempo fa e che la vita riprende. Bene, sono contenta! Almeno così avrò qualcosa da fare, grazie a quella Testapelata di Set che scrive sempre.” “Ma non credi che sia ora di far emergere quel fanciullo che c’è nella mente di Testapelata e fargli riprendere il volo? Io credo che sia ora, visto che possiamo agire sulla sua memoria. Sei d’accordo Azzurra?” “Non sarebbe una cattiva idea…quante cose sai! Non voglio entrare nelle tue radici e obbligarti a dirmi... .... Contnua