Le opere contenute in questo blog, scritte da Umberto Coro, sono tutelate da diritti d'autore

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IncontrArti a ... è un marchio che mi accompagnerà in varie parti d'Italia, come ad esempio e la prima tappa ad Acquapendente VT. - Viganò (LC) e Chiavenna (SO). ed altri prosimi luoghi come Ivrea TO e la Sardegna. In questi viaggi spesso, non sarò solo ma in compagnia di scrittori, pittori e di tutti coloro che di volta in volta accetteranno di far parte di questo progetto. Tutto è iniziato con Sentieri di Pagine a Cuorgnè, dove per la prima volta i miei dipinti sono stati notati da Elvio Angeletti, Armando Fettolini e Antonino Pietretti. In seguito con l'aiuto del critico d'arte Davide Sarchioni è nata la mostra "Oltre la finestra" e il libro "Oltre la finestra fra sillabe e colori". Il debutto è avvenuto a Acquapendente in occasione del Festival delle Arti “Il Bordone” e su quel modello è strutturato
IncontrArti ”. In alcuni miei pensieri scritti mi definisco "Ospite del mondo" e questa esperienza ne è una conferma 

INCONTRARTI A …

La crescita della persona non può prescindere da una concezione globale dell’uomo, mente e corpo, emozioni e pensieri, ma non può neppure trascurare la relazione del singolo all’interno della comunità. La vita e la crescita dell’individuo maturano all’interno di una rete, costituita innanzitutto dalla famiglia, che continua a essere il luogo della socializzazione primaria, centro nevralgico per un’educazione morale, sociale e culturale. Il nucleo familiare a sua volta s’ incontra con la società civile; la trasmissione di norme e valori, di diritti e doveri, lo sviluppo di un senso di appartenenza e di legalità a cui la società si propone di educare devono trovarsi al centro di un progetto condiviso e unitario. Dare forma al processo di crescita personale e sociale dell’uomo è, dunque, una priorità che può avvalersi dell’arte come prezioso strumento per contribuire a una formazione integrale. Le arti, infatti, mediante la molteplicità di linguaggi, consentono di comunicare in modo efficace valori e idee e permettono a ciascuno di sperimentare soluzioni innovative e di conoscere a fondo se stessi. Il percorso pedagogico che sta alla base dell’attività artistica, inoltre, non trascura la necessità di vivere il proprio tempo e i cambiamenti sociali, rafforzando contemporaneamente il legame con la tradizione e il territorio e fra diversi luoghi. IncontrArti a ... si propone come luogo di scambio di emozioni fra persone di diverse parti d’Italia e locali, ogn’uno con il proprio stile, la propria creatività e il proprio linguaggio che pur nella diversità della forma espressiva diventa voce universale perché a parlare sono le arti coniugando esperienze umane e possibili ritorni economici. 1. Inaugurazione mostre e presentazione libri Umberto Coro Personale di Umberto Coro Oltre la Finestra È un attestato sull’arteterapia e insieme una testimonianza di vita con sicuro valore sociale dove l’autore, tramite la pittura, la scrittura e la recitazione ritrova l’equilibrio tra corpo e mente. Sono circa 40 dipinti, tutti realizzati su carta riciclata con tecnica mista. 
Pietretti Antonino

 Io, tu e L’Arteterapia. Di Umberto Coro
 Quando si parla del buio, il primo pensiero è la notte, oppure una stanza con la porta e finestra chiuse alla luce esterna e l’unico colore che s’apre davanti ai nostri occhi è il nero, è come se vagassimo nell’infinito senza stelle. Questo colore per tanti, è simbolo di lutto, di sofferenza, per altri è un segnale di solitudine e depressione che inevitabilmente reca al nostro io quel piangersi addosso ogni colpa, ogni male, con la convinzione di addentrarsi in un tunnel senza uscita. Cadere nel buio, per non essere riusciti a vincere o non essere riusciti nel nostro intento. Isolarsi dagli altri quando da un giorno all’altro ci si ritrova senza lavoro, una separazione non accettata e altre piccole o grandi accadimenti possono suonare il campanello d’allarme della solitudine prima e della depressione poi. Inoltre spesso non si vuole chiedere aiuto alle persone giuste perché dentro di noi vige l’orgoglio e ne proviamo vergogna e umiliazione. A volte siamo dei soldati che vanno a combattere senza avere in pugno l’arma della ragione e in alcuni casi ci imbattiamo nel nemico che non c’è. La mia esperienza mi dice che “quando la mente perde la ragione , s’apre la porta del buio”. Quanto soprascritto mi riguarda personalmente, poi grazie all’aiuto di persone competenti e veri amici, posso dire di essere uscito illeso da quella trincea , di aver vinto una guerra contro quelli che sembravano i miei più temibili nemici: “la depressione e la solitudine”. Nemici anche invisibili come “ le paure” create dal mio stesso malessere. Alla fine ho vinto perché ho combattuto con la forza di volontà e il supporto di “veri amici alleati e preparati ”. All’inizio questo percorso può sembrare impossibile ma se non muovi un passo, ti ritroverai comunque sempre fermo li, “in quel tunnel senza uscita”. Ovvio che non sono uno Psicologo per dare dei giusti consigli a chi attraversa queste problematiche, posso però dire di averle vissute e dare, a chi ne ha bisogno, il mio modesto contributo e parlare per esempio della via della distrazione. Questa , a mio parere è la prima terapia degna di nota da seguire. Certo, è più facile scriverla che eseguirla ma basta iniziare , come è capitato al sottoscritto. Ero immerso in quella solitudine depressa e per distrarmi iniziai a scrivere ricordi e racconti di quando ero bambino, oppure di pura fantasia. Poi vennero le poesie e il disegno. In questo modo ingannavo il tempo e non pensavo, ma mi faceva sentire meglio. Solo dopo ho scoperto che quella era Arteterapia. Le notti insonni e la solitudine erano allora i miei più accaniti nemici. Queste cominciavano a farsi sentire soprattutto la sera dopo il tramonto: un altro giorno chiudeva il sipario. Oltre la finestra però, osservavo le gazze , i merli ed altri simili che s’addentravano nei folti rami degli alberi poco distanti. Il loro canto ,quel continuo strillare e svolazzare tra una ramo e l’atro per contendersi quello più folto e cercarsi un punto sicuro per sfuggire ai predatori. Era come un documentario visto in diretta che mi distraeva e mi aiutava a riflettere. Nel frattempo il buio aveva preso pieno possesso di ogni cosa e per me era l’ora degli antidepressivi: le gocce per dormire. Una delle tante terapie che dovevo seguire tutte le sere prima di andare a letto, ma non tutte le volte erano efficaci e i cosiddetti effetti collaterali provocavano mal di testa e spesso tanta stanchezza, tanto da starmene spesso seduto, o disteso sul materasso a piangere i miei guai ed aspettare con ansia il giorno per dire a chiunque entrasse in casa “Sto Male”. Col passare del tempo cominciai a capire che non potevo starmene incollato alla finestra solo per osservare le albe e i tramonti, o le gazze ladre e le montagne. Con l’aiuto e i buoni consigli delle assistenti domiciliari e altre persone competenti, cominciai a fingermi un pittore e attraverso quella finestra presi a dipingere. Da prima cominciai con paesaggi notturni e ombre come a voler sfidare e sconfiggere quelle paure. In seguito la montagna di fronte. Non era così semplice come credevo, ma non m’importava nulla, ci pensava la mia fantasia a dar vita ai disegni. La matita percorreva da un lato all’atro del cartone ed ecco fatto il profilo della montagna. In genere al posto dei pennelli usavo i bastoncini cotonati e gli stuzzicadenti e come se non bastasse imbrattavo la mano con l’azzurro e il bianco e poi via a sfregarla sul cartone e il cielo era fatto! Le notti cominciarono a scorrere distratte e in me nasceva una bella nota di soddisfazione nel vedere tutti quei colori sulle pareti. Arrivavano le 4 e dimenticando gli antidepressivi nel cassetto, andavo a letto con una sana stanchezza, immaginando con orgoglio di aver scavato quel tunnel per una notte e che prima o poi avrei intravisto la luce. Qualche tempo dopo ebbi in regalo un vecchio Computer . In breve tempo cominciai a prendere confidenza con la tastiera di quel voluminoso oggetto così intelligente; questo era collocato nell’angolo adiacente alla finestra a far si che potessi fare due cose: scrivere ed osservare quanto accedeva oltre la finestra. Il PC . “Per Comunicare” Si! Un grande amico per comunicare e confidare tutto. Mi resi conto di avere due elementi importanti per ingannare malessere e distrarre quell’eremo triste e solitario che s’era chiuso in me stesso. I disegni durante la notte , il Computer durante il giorno. Lui, l’interlocutore dei miei viaggi attraverso la scrittura e poi quel monitor, da cui attingere tramite la tastiera tutti i ricordi del passato e salvarli con lo scopo di portarli alla lettura e all’attenzione del mondo esterno … Perché di questo aveva bisogno l’uomo che ero io, d’essere ascoltato, capito e aiutato, per riprendersi da quella solitudine depressa e dialogare con la gente ed affrontare insieme, tutti quei pacchi di sorprese che la vita ci offre. Dopo la scrittura e la pittura arrivò anche il Teatro: tanti impulsi creativi per combattere i miei momenti bui, sognando d’essere un vero artista guidato da una medicina efficace che non si trova in farmacia ma nella propria mente. “C’era una volta un uomo disperso come un soldato in guerra e disarmato d’ogni speranza vagava nel buio. Egli non aveva più la forza di reagire e di scavare sotto quella trincea che lo avvolgeva e impediva al suo pensare di sfuggire a quel groviglio, a quell’invisibile nemico che ora dopo ora lo deprimeva. Voleva combattere da solo per esserne l’unico vincitore … eroe della sua guerra. L’orgoglio e la vergogna erano alleati della sua mente ormai disagiata. Fino a che una voce dolce e silente lo invitò alla ragione e … …L’indice della mano puntò verso l’alto, come a dipingere una porta e in quell’attimo s’aprì una grande luce e si ritrovò in quel mondo pieno di colori che aveva perso. E i nemici che si era creato nel suo profondo io divennero Amici, Maestri e insegnanti di vita … Questa è la mia storia e grazie a quell’amica invisibile che si chiama ArteTerapia, quasi come in una fiaba, oggi mi sento bene e vivo una vita appagante, davanti ad un vasto pubblico di persone amiche e a molte di loro va il mio più doveroso ringraziamento.
Stupenda vita a tutti. Umberto Coro

Ciao, mi chiamo Umberto Coro e sono nato nel 1957. I miei ricordi cominciano a prendere vita nel periodo scolastico: dal 1963 in poi, nel mio paese natio Ozieri; una cittadina al centro nord della Sardegna. I miei genitori dicevano che ero un bambino tutt’altro che svogliato, le uniche cose che mi pesavano erano,la scuola,





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