Dis. Luca Milia
E la storia di un uomo un po’ bambino,un po' ragazzo che non ha mai visto gli Angeli.
Viveva tra le fiabe coi suoi sogni sopra gli alberi.
Lui aveva come amica, come casa, una Quercia, che tutto le confidava.
Come Aladino e la lampada, al suo albero lui i suoi desideri esprimeva.
E non era solamente la voglia di volare col tappeto, o ed esser divo,
ma il desiderio ad una vita, riconducibile al sorriso ad un motivo.
Una storia di un bambino capriccioso, come lo sono stato anch’io!
Ma anche lui come me, dava un senso alla sua vita, ed amava il suo Dio.
Finché una notte, la sua Quercia col suo ramo, entrò nella sua finestra
Lo abbracciò con i suoi possenti rami, e dai suoi sogni lo rapì.
Lo portò nelle sue notti e nei suoi giorni centenari…
Prima ancora di farlo partire Lei gli disse:
“Troverai le realtà dei miei, e dei tuoi giorni,
tra le nubi, le montagne, il cielo azzurro è nei boschi tra le favole.
Prima di partire, devi esser consapevole che anche nelle fiabe come nella realtà,
ci sono gnomi capricciosi, fatine un po' gelose ed degli orchi indiavolati.
Quando poi vorrai uscirne, grida forte il mio nome, ed io ci sarò!!
Ti riporterò poi nel tuo futuro, in quei giorni, dove io ti rapii,
dove tutto di me e di te hai scritto,
dove tutto di me, hai detto raccontato
E di te, forse qualcosa hai scordato, o tralasciato?”
È la storia di un bambino un po' ragazzo e diventato uomo, che non ha mai visto
gli Angeli
Ma ci crede! gli disegna nella mente e nel suo cuore… Dopo Dio!.
È sarà sempre la sua finestra,
a trasportarlo oltre quei silenzi che parlano.
È sarà sempre dalla sua Quercia, che il suo mondo,
le sue braccia, i suoi occhi, ancora adesso…
Abbracciano, Guardano, Vivono!!
Cuorgnè, 18\ 08\07. Umberto Coro.
Opera unica. Dedicata al mio paese natio. Ozieri (SS)
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